Pubblichiamo la nostra nota conclusiva sulla vicenda sul taglio dei tigli di via per Origgio trasmessa alcune settimane fa alla stampa locale.
Ai sedicenti principi filosofici dell’Assessore all’ambiente Pizzi (su Il Notiziario. N.d.R.), Uboldo Civica risponde in chiave ironica. Che le piante fossero al servizio degli uomini, o meglio, degli uomini di Uboldo al Centro, ce ne eravamo accorti da tempo. Da quando la piantumazione degli alberelli (parte dei quali non arriva all’età adulta) è servita al lancio della campagna elettorale di Guzzetti nel 2014 ed alla continua propaganda. Invece, in quanto alla tradizione in chiave moderna sbandierata da Pizzi, facciamo notare che, più che tenere acceso il fuoco senza guardare le ceneri, il 18 maggio abbiamo assistito all’accensione brutale delle motoseghe e di oltre trenta tigli, quelli sì, finiti in cenere.
La modernità e la sicurezza del passaggio nel viale potevano essere garantite mantenendo in vita il patrimonio ambientale e paesaggistico che rappresentava il filare dei tigli, patrimonio degli uboldesi, senza dover soccombere a opinabili esigenze ingegneristiche.
Tornando al progetto, gli atti e i fatti che piacciono molto al Sindaco, dimostrano chiaramente che non è stato fatto alcun studio agronomico. Un’amministrazione accorta, rispetto ad un intervento del genere, se ne sarebbe avvalsa, indipendentemente vi fosse un obbligo o meno. Le sole parole in ambito pubblico stanno a zero.
Sempre riferendoci agli atti, è innegabile che l’abbattimento dei tigli sia stato anticipato di circa due mesi (56 giorni da cronoprogramma lavori), nonostante la sottoscrizione di un contratto fra le parti. Ragioni di interesse pubblico per fermare l’abbattimento e rivedere una parte del progetto per la salvaguardia dei tigli c’erano e non sono stati considerati. C’erano ragioni e strumenti. É falso sostenere che l’Amministrazione non avrebbe potuto intervenire, in quanto lo stesso contratto e il capitolato d’appalto lo prevedevano chiaramente. Serviva la volontà politica di far prevalere l’interesse pubblico, coraggio e volontà politica che l’amministrazione non ha mai avuto, in questo progetto come in altri.
Altri interventi simili hanno dimostrato che si può sistemare un marciapiede salvando le piante (nella foto un recente intervento in via Padre Giuliani a Saronno. N.d.R.). Anche l’organizzare dei relativi sotto servizi (incanalamento acque chiare, predisposizione impianti, ecc.) non possono essere utilizzati come pretesto.
Servirebbe anche un po’ di onestà politica quando si presentano i progetti, evitando di inserire aree private come fossero pubbliche. Onestà nel dichiarare che l’elementare questione dell’ombra sul viale, abbattendo i tigli e piantando cipressi sul lato opposto, sarebbe svanita. Di lì la corsa ai ripari dove viene indicata la piantumazione in entrambi i lati. Troppe le inesattezze spacciate in ogni occasione pubblica.
Ora le nostre preoccupazioni per il futuro riguardano l’intervento in via Foscolo (marciapiede attualmente transennato). Adesso, il tempo per organizzare un progetto che possa rendere fruibile, a norma di legge ed in sicurezza il marciapiede, salvaguardando la vita delle piante, esiste.
Speriamo di non dover assistere, in questo caso o per gli altri già enunciati, all’espressione della modernità dell’amministrazione Guzzetti, la stessa che ha permesso l’abbattimento dei tigli, la scomparsa di piante in via Dell’Acqua e in via XX Settembre, così come nell’area mercato. La stessa che ha permesso la realizzazione dello Svincolo autostradale e che sostiene la realizzazione dell’inutile progetto della Varesina bis che attraverserà importanti aree boschive.
Uboldo Civica