di Enrico Testi
Nel discorso per la commemorazione del 25 Aprile, il sindaco utilizza la metafora dell’albero, la stessa, dice, con cui ha spiegato ai ragazzi delle scuole, nell’appuntamento dedicato e avvenuto in settimana. E quindi: “Come un albero che ha le sue radice ben salde nel terreno e grazie alle quali può diventare rigoglioso e dare i suoi frutti, così è la nostra democrazia… Bisogna però prendersene cura, altrimenti, lentamente sfiorirebbe e morirebbe.” Bello, mi piace!
Poi, però, ha la brillante idea di associare a questa narrazione l’occasione di modificare la Costituzione con il referendum di Ottobre, utilizzando queste parole: “… con lo stesso coraggio di chi l’ha scritta e ce l’ha consegnata”. Non posso crederci! Immediatamente penso che l’aver fatto questa associazione equivalga ad uno dei peggiori oltraggi che si potesse fare oggi alla festa del 25 Aprile. Ritengo che sia un messaggio in completa antitesi con i valori e il senso della lotta di liberazione.
Si aggiunga la totale mancanza di richiami ai valori di quella stessa lotta, riferimenti chiari ed espliciti all’antifascismo, alla sconfitta della “bestia nera” che tanto male ha fatto all’Italia e non solo. Sono mancate parole di inequivocabile disgusto per il riemergere dei muri e dei fili spinati, “dell’onda nera” in Europa, della nuova fase di destabilizzazione che mina le libertà di tutti e la tanto ricercata Pace. Niente.
Penso che la mancanza di queste parole e, allo stesso tempo, l’assurda associazione di intenti con il referendum di Ottobre, siano proprio il modo di non prendersi cura dell’albero, siano anzi il miglior contributo perché sfiorisca e decada.
Purtroppo non è la prima volta che il sindaco va fuori tema.
Anzi, non ricordo alcun suo discorso commemorativo del XXV Aprile in cui lo stesso ha citato “con forza” il sacrificio dei Partigiani che hanno liberato l’Italia dalla dittatura nazi-fascista.
Forse nessuno gli ha spiegato i Valori della ricorrenza del XXV Aprile o peggio, forse non si vuole esporre perché, come altri, accomuna sullo stesso piano vittime e carnefici, antifascisti e fascisti.
Io non smetterò mai di ricordare con sincera commozione gli Uomini e le Donne che, col loro sacrificio, mi hanno regalato la Libertà.
Giovanni Tavecchia